Ricercatori della Scuola di Paleoantropologia di Perugia recuperano, in Tanzania, cranio di coccodrillo e mandibola di caracal
L’Ambasciatore Roberto Mengoni in visita agli scavi nella Gola di Olduvai
Si è concluso con un doppio successo l’annuale campo di ricerca della Scuola di Paleoantropologia dell’Università di Perugia in Tanzania, nella Gola di Olduvai, sito d’interesse internazionale per lo studio dei primi passi dell’evoluzione umana. Quest’anno, per la prima volta, la missione ha ottenuto il supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, entrando a far parte della lista di missioni archeologiche / antropologiche / etnografiche all’estero ufficialmente riconosciute dal Ministero. Sotto la guida di Marco Cherin (paleontologo, Dipartimento di Fisica e Geologia) e Angelo Barili (naturalista, Galleria di Storia Naturale di Casalina), con la preziosa collaborazione del Prof. Giorgio Manzi (paleoantropologo, Sapienza Università di Roma) e del Prof. Fidelis Masao (archeologo, University of Dar es Saalam), il gruppo di studenti della Scuola ha raccolto e catalogato reperti fossili di enorme valore scientifico, che sono entrati a far parte del patrimonio di scoperte dell’UPOP (University of Perugia Olduvai Project). Fra i reperti di maggior interesse spiccano quest’anno un cranio di coccodrillo – il primo a Olduvai! – datato a circa un milione e ottocentomila anni (ora ad Arusha, oggetto di opera di restauro) e un frammento di mandibola di caracal, un felino di media taglia segnalato per la prima volta a Olduvai dal team italo-tanzaniano. A questo primo successo scientifico ne è seguito un secondo di natura diplomatico/istituzionale, con la visita al campo dell’Ambasciatore Italiano in Tanzania Dr. Roberto Mengoni.
L’Ambasciatore ha espresso la sua piena disponibilità a facilitare, nei limiti delle sue competenze, l’evolversi dell’attività di ricerca in Tanzania del gruppo italiano, sottolineando l’interesse anche generale che questo riveste per le relazioni sociali e culturali tra Italia e Tanzania.
Inoltre l’Ambasciatore ha partecipato, insieme ai responsabili della spedizione, all’incontro con il Viceministro all’Agricoltura e alle Politiche Forestali della Tanzania e con le autorità della NCAA (Ngorongoro Conservation Area Authority), l’agenzia governativa che gestisce tutte le attività – comprese quelle scientifiche – all’interno dell’area protetta di cui la Gola di Olduvai è parte integrante. Incontri cordiali e ricchi d’impegni per possibili sviluppi futuri delle attività del gruppo italiano in Tanzania. Dunque una spedizione molto proficua, che ha rinvigorito i rapporti con la nazione ospitante e con le sue istituzioni culturali e scientifiche. Anche i rapporti di amicizia con le popolazioni locali, i Maasai, si sono ulteriormente consolidati, frutto di una rigorosa impostazione di rispetto e collaborazione che il gruppo italiano ha adottato fin dall’inizio della sua esperienza sei anni fa. Il team è già al lavoro per l’organizzazione della prossima edizione della Scuola di Paleoantropologia, che si terrà a febbraio 2017 presso il Dipartimento di Fisica e Geologia (www.paleoantropologia.it), e naturalmente per la progettazione delle prossime ricerche in Tanzania, che si auspica possano potenziare i rapporti tra l’Ateneo perugino e questo meraviglioso paese africano.