Come si sviluppano le infezioni ospedaliere

Come si sviluppano le infezioni ospedaliere
Studio dei ricercatori dell’Ateneo di Perugia pubblicato su Scientific Reports
Si aprono nuove prospettive per combattere i microbi patogeni

Il biofilm microbico è l’elemento essenziale che governa la presenza e la distribuzione delle specie di lieviti patogeni negli ambienti antropizzati ed in particolare negli ospedali. E’ quanto emerge da una ricerca pubblicato oggi primo giugno in Scientific Reports, prestigiosa rivista del gruppo Nature, la quarta per importanza nella classifica internazionale dei giornali scientifici multidisciplinari alla pagina  www.nature.com/articles/srep26860 (“Exploring ecological modelling to investigate factors governing the colonization success in nosocomial environment of Candida albicans and other pathogenic yeasts”.
Condotta e coordinata dal gruppo di Microbiologia del Dipartimento di Scienze Farmaceutiche del Prof. Gianluigi Cardinali composto dai dottori Laura Corte, Luca Roscini e Claudia Colabella, la ricerca ha coinvolto gli ospedali di Pisa e Udine e la scuola di Medicina dell’Università di Sidney in Australia ed è frutto di una lunga collaborazione fra i gruppi, soprattutto con quello del dottor Carlo Tascini attualmente presso l’Ospedale di Pisa.
Lo studio si propone di dimostrare l’intima connessione fra i microbi ambientali e quelli patogeni: un fattore chiave del loro sviluppo è proprio il biofilm, una struttura complessa, composta da milioni di cellule microbiche, non organizzate come un tessuto, ma piuttosto assimilabili alle abitazioni di una città. La crescita di questi organismi nella modalità del biofilm è probabilmente la più antica forma biologica conosciuta sul nostro pianeta, essendo alla base della formazione degli stromatoliti australiani datati 3.8 miliardi di anni fa. Oggi il biofilm è particolarmente noto per la sua pericolosità nelle infezioni ospedaliere, a causa della resistenza agli agenti fisici e chimici, inclusi molti antibiotici, e per la capacità di colonizzare ambienti domestici e industriali, compresi quelli per la produzione di alimenti.
La ricerca appena pubblicata rappresenta una tappa importante per promuovere un nuovo paradigma di studio che coniughi la microbiologia ambientale con quella medica, volto a migliorare l’avanzamento della conoscenza e l’efficacia nel trattamento dei biofilm di nei vari ambienti interessati dalla loro presenza.

 
Perugia, 6 giugno 2016